Social Proof vs. #Reputazione

la reputazione è tutto

Due facce della stessa medaglia o concetti diversi?

💁🏻♂️Non confonderti, non si tratta solo di semantica.📣

I termini come “Social Proof” e “reputazione” sono fondamentali per chiunque sta costruendo la sua presenza online.

Spesso però questi termini vengono usati in modo intercambiabile, invece rappresentano concetti completamente diversi e devono essere ben compresi per portare il valore aggiunto che serve.

Capiamoci!

Cos’è la Social Proof?

La “Social Proof” (riprova sociale) lo dice la parola stessa; RI-PROVA, viene dopo la “prova” che hai dato al tuo cliente vendendogli il tuo prodotto/servizio ed è un fenomeno psicologico per cui le persone tendono a conformarsi alle azioni, alle opinioni o alle scelte degli altri. Questo accade specialmente in situazioni di incertezza.

Questo concetto è diventato essenziale nel mondo digitale, dove gli utenti basano le proprie decisioni sugli input forniti da recensioni, testimonianze, like, follower, e menzioni.

Un esempio comune di social proof è quando vediamo un prodotto con migliaia di recensioni positive su Amazon: la quantità e la qualità dei feedback altrui influenzano la nostra decisione d’acquisto.

Cos’è la Reputazione?

La reputazione, invece, è un concetto più ampio e duraturo. Si costruisce nel tempo e riguarda la percezione complessiva che gli altri hanno di una persona, di un’azienda o di un prodotto ed il più delle volte serve una VOCE AUTOREVOLE per divulgarla.

La reputazione si forma attraverso molteplici interazioni e comportamenti coerenti. Per esempio, la reputazione di un brand può essere determinata dalla qualità costante dei suoi prodotti, dal servizio clienti eccellente, e dall’impatto positivo che ha avuto sui suoi clienti nel corso degli anni. Visto che il tempo non basta mai e l’attenzione del pubblico è sempre molto bassa, è necessario usare l’autorevolezza dei GRANDI MEDIA PER POTENZIARE LA REPUTAZIONE.

Mentre la social proof è un evento “istantaneo” di consenso, la reputazione è un bene costruito pazientemente che permane nel tempo.

Mentre la prima può essere manipolata con azioni mirate e veloci, come promozioni o campagne di marketing, la seconda richiede un investimento a lungo termine in modo autentico e trasparente interagendo con contesti autorevoli e riconosciuti dalla massa.

Trova le differenze:

1️⃣ Tempo: La riprova sociale è immediata e si manifesta attraverso segnali visibili (es. like, recensioni), mentre la reputazione richiede tempo per essere costruita e consolidata.

2️⃣ Influenza: La social proof può influenzare decisioni rapide o emozionali, mentre la reputazione influisce sulle decisioni più ponderate e di lungo periodo. Per esempio, potresti essere attratto da un ristorante che ha molte recensioni positive (social proof), ma tornerai solo se il cibo e il servizio soddisferanno le tue aspettative nel tempo (reputazione).

3️⃣. Durata: La riprova sociale può cambiare velocemente. La reputazione, una volta costruita, è molto più difficile da alterare, nel bene e nel male.

4️⃣. Gestione: La social proof può essere gestita attraverso strategie di marketing, come campagne social o raccolte di recensioni. La reputazione richiede una gestione complessiva delle attività aziendali e sopratutto necessità di essere divulgata sui grandi media per ricevere il supporto autorevole esterno a validare le informazioni diffuse.

SERVONO ENTRAMBE?

Certo che si!

Un’azienda di successo deve lavorare per costruire una reputazione solida attraverso prodotti e servizi di qualità, e deve COMUNICARE attraverso i grandi media (giornali, radio e TV) e al tempo stesso sfruttare la social proof per attrarre clienti.

La social proof e la reputazione sono concetti complementari. La riprova sociale aiuta a catturare l’attenzione e a facilitare decisioni rapide, ma è la reputazione che costruisce relazioni durature e fiducia nel tempo.

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La reputazione non ti servirà per trovare più clienti

Gianni Cuscito e la reputazione

❌ Intendiamoci subito: questo non è un articolo che parla di Marketing.❌

Potrebbe anche servire a chi se ne occupa e a chi vuole ricondurre tutto al marketing pur di dire qualcosa di diverso. 🤷🏻♂️

Questo non è neanche un articolo di polemica,❌ce ne sono già troppi qui su Linkedin e non voglio farti perdere tempo in sterili teorie inventate copiando qualcun altro.

Ti parlo solo di quello che sperimento in prima persona.

Oggi voglio approfondire un concetto che mi è molto caro, seguimi:

1- La reputazione è molto importante, siamo d’accordo e non c’è bisogno di sottolinearlo

2-Tutti hanno già una reputazione e non possono scollarsela di dosso

3-Molti vogliono potenziare la reputazione e investono tempo e risorse per questo scopo

Perchè lo fanno?

Per avere più clienti?! SBAGLIATO

Per questo scopo esiste già il marketing, la pubblicità e tutte le azioni quotidiane che fai per farti conoscere.

E allora perchè dovresti investire per andare sui GRANDI MEDIA e costruire un Curriculum mediatico, una rassegna stampa?

Semplice: per farti scegliere!

Avere una forte reputazione ti fa scegliere tra altre proposte e ti fa emergere rispetto al tuo concorrente agli occhi del tuo potenziale cliente.

Ma adesso vediamo come e quando usare una rassegna stampa nel processo di vendita per catturare l’attenzione e costruire fiducia.

Nell’ambito di un processo di vendita, l’obiettivo è instaurare fiducia con il potenziale cliente, facendogli capire che sei il migliore per risolvere i suoi problemi, sopratutto sei TU il migliore e non il tuo concorrente.

💁🏻♂️ Come puoi inserire una rassegna stampa in modo efficace in una trattativa di vendita? Ecco i passaggi da seguire per sfruttarla al meglio e aumentare le tue probabilità di successo:

1️⃣ Prepara la tua rassegna stampa per evidenziare la tua #REPUTAZIONE

Prima di tutto, assicurati che la tua rassegna stampa contenga articoli pertinenti ai risultati ottenuti dalla tua azienda o al tuo settore specifico e sopratutto sia costituita da testate autorevoli.

Non hai un curriculum mediatico? Tranquillo, possiamo rimediare insieme.

Chiariamo però che il contenuto della notizia deve mostrare che non sei “un venditore”, ma un professionista affidabile, apprezzato e riconosciuto.

2️⃣ Identifica il momento giusto

La rassegna stampa non deve essere introdotta all’inizio del processo di vendita, non è una brochure .

Inizialmente, devi: Ascoltare le esigenze del tuo potenziale cliente. Fare domande per comprendere le sue frustrazioni.

Il momento giusto per introdurla è quando:

Hai capito bene il problema del tuo potenziale cliente

Quando lui inizia a valutare alternative e quando si fa le domande senza risposte sul suo futuro

Ecco il momento giusto per dare una spinta alla tua credibilità e differenziarti dalla concorrenza.

3️⃣ Usa la rassegna stampa come strumento

Una volta che hai guadagnato l’attenzione del cliente e hai capito bene i suoi bisogni/desideri, è il momento di far emergere la tua autorevolezza immediata.

Esempio pratico:

Immagina di essere un consulente di vendita di una soluzione software per il settore della logistica. Durante il colloquio con un potenziale cliente, scopri che una delle loro principali preoccupazioni è la gestione efficiente delle scorte.

Dopo aver ascoltato attentamente e discusso delle soluzioni possibili, puoi dire:

“Capisco benissimo la vostra preoccupazione. Di recente siamo stati menzionati in un articolo su [Rivista autorevole] proprio per aver aiutato un’azienda simile alla vostra a ridurre i tempi di inventario del 30%. Posso mostrarvi un estratto dell’articolo?”

4️⃣ Collega la rassegna stampa ai bisogni del potenziale cliente

Non basta “presentare” la rassegna stampa, devi collegarla ai bisogni specifici del cliente. Questo fa sì che lui veda come le tue competenze possano risolvere i suoi problemi.

5️⃣ Mantieni l’attenzione sui problemi del tuo interlocutore

Non sovraccaricare il cliente con troppi articoli o riconoscimenti. Usa la rassegna stampa per rafforzare i tuoi argomenti, ma non farla diventare il centro della conversazione. Il focus deve sempre rimanere sui bisogni del tuo potenziale cliente e su come tu puoi aiutarlo.

6️⃣ Utilizza la rassegna stampa nei follow-up

La rassegna stampa può essere utilizzata anche successivamente, per esempio in un follow-up dell’incontro:

Invia un’e-mail di ringraziamento con un link all’articolo o all’intervista in cui sei stato citato, sottolineando come i punti trattati siano pertinenti alla conversazione che avete avuto.

7️⃣ Non usare la rassegna stampa come un volantino

Molti venditori commettono l’errore di inviare la rassegna stampa senza alcun tipo di introduzione o relazione con il potenziale cliente, cercando di impressionarlo. Se il potenziale cliente non ha ancora abbastanza fiducia in te, gli articoli potrebbero sembrare solo “auto-promozione” e quindi cestinati in automatico.

Introduci la rassegna stampa solo quando:

Hai stabilito una connessione personale con il cliente.

Hai chiaro il bisogno/desiderio dello stesso e sopratutto hai individuato come collegare i tuoi successi a ciò di cui ha bisogno il cliente.

Una rassegna stampa ben curata è un potente strumento di vendita, PERMETTE AL POTENZIALE CLIENTE DI SCEGLIERE TE E NON L TUO CONCORRENTE ma deve essere usata al momento giusto. È il modo migliore per raccontare la tua esperienza e i tuoi successi senza essere promozionale. E’ l’unico modo che hai per rafforzare la tua #Reputazione.

Non dimenticare di tenere il tuo potenziale cliente al centro della conversazione: la rassegna stampa è uno strumento per dimostrare che tu sei la persona giusta per aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi.

Per avere più clienti dovrai continuare a investire in marketing e pubblicità, per far scegliere te e non i tuoi concorrenti dimostrando la tua autorevolezza immediata, dovrai curare sempre meglio la tua #Reputazione.

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Il valore della puntualità nei pagamenti:

Gianni Cuscito -reputazione

essere considerati ottimi pagatori accresce la reputazione

📲E’ facile comprendere che siamo tutti interconnessi e il passaparola digitale è istantaneo, quindi la nostra reputazione non è mai stata così fragile. Oggi, ogni azione che compiamo nel mondo degli affari ha il potenziale di trasformarsi in un racconto che si diffonde, spesso senza il nostro controllo, amplificato dai social media, dalle conversazioni tra professionisti, e da reti informali (anche i gruppi delle mamme contribuiscono pesantemente).

🙊

Tra i fattori che influenzano la percezione del nostro valore professionale, uno degli elementi più sottovalutati è il modo in cui gestiamo i pagamenti ai nostri fornitori.

Hai mai pensato che la puntualità nei pagamenti sia una leva strategica per la tua reputazione?🥇

Essere puntuali nel saldare le fatture non è solo un obbligo contrattuale: è una potente dichiarazione di affidabilità. I fornitori rappresentano una parte fondamentale del nostro ecosistema professionale, e il modo in cui li trattiamo dice molto su di noi. Quando i pagamenti arrivano puntuali (o addirittura in anticipo), il messaggio che inviamo è chiaro: siamo organizzati, rispettosi e seri.

Queste caratteristiche non si fermano alla singola transazione, ma si riflettono in ogni altro aspetto del nostro business.

Un’azienda, o un professionista, che paga puntualmente acquisisce una sorta di “reputazione silenziosa” che si diffonde gradualmente, ma inesorabilmente, nel settore.

Non serve inviare comunicati stampa o fare campagne promozionali per costruire una reputazione di ottimo pagatore. 🎤

Il passaparola positivo, quello che si sviluppa senza la tua presenza, ha un effetto molto più duraturo.

I fornitori parlano tra loro, raccontano esperienze, e chi si distingue per affidabilità viene automaticamente identificato come colui che “merita fiducia”.

I fornitori saranno più propensi a offrire condizioni migliori, e persino termini di pagamento più flessibili. Diventerai una risorsa preziosa, il cliente preferito, quello che tutti vogliono.

Il valore di questa reputazione non è quantificabile a breve termine, ma i suoi effetti si faranno sentire nel lungo periodo: relazioni più forti e un network di relazioni più esteso.

Il passaparola positivo è come un fiume sotterraneo che corre tra clienti e partner.

Arriveranno opportunità inattese, e una crescita difficile da ottenere con semplici strategie di marketing. Le aziende e i professionisti di successo sanno che la fiducia non si compra: si guadagna, pagamento dopo pagamento, atto dopo atto di correttezza.

Ma analizziamo anche cosa ti perdi se non fai tutto questo: qual è il pericolo del ritardo nei pagamenti 🚧

In questo caso, il passaparola funziona allo stesso modo, ma con effetti devastanti.

Basta una manciata di episodi negativi perché la tua reputazione subisca danni irreparabili.

Un ritardo nei pagamenti non viene mai interpretato solo come un disguido amministrativo: i fornitori iniziano a dubitare della tua stabilità finanziaria, della tua serietà e della tua capacità di rispettare gli impegni.

Il passaparola negativo si diffonde con una velocità decisamente maggiore, si sa che le brutte notizie arrivano prima. 🚒

Improvvisamente, le porte iniziano a chiudersi: i fornitori diventano rigidi, chiedono pagamenti anticipati o, peggio, rifiutano di lavorare con te. La tua azienda, o il tuo nome, viene associata al rischio. E non importa quanto il tuo brand sia forte, quanto i tuoi prodotti siano innovativi: una cattiva reputazione nei pagamenti può rapidamente demolire ciò che hai costruito in anni di lavoro.

Recuperare la fiducia persa non è impossibile, ma è un processo lungo e arduo. Richiede impegno costante, una trasparenza assoluta, e azioni concrete per dimostrare che si è cambiati. Tuttavia, la macchia rimane, e molte volte, anche dopo aver risolto i problemi finanziari o organizzativi, il dubbio persisterà: “Sarà ancora affidabile?”

Quindi pensaci la prossima volta che sei tentato dal rimandare un pagamento. 💶

Ogni pagamento puntuale è un investimento nella tua reputazione. Non sottovalutarlo mai. 🙅♂️‼️✅

l’Intelligenza artificiale sostituirà le relazioni umane

l’Intelligenza artificiale sostituirà le relazioni umane ?

Ne so molto poco di intelligenza artificiale e comincio a pensare che sia arrivato il momento di colmare questo limite, molto diffuso in quelli che, come me, sono nati nel secolo scorso.

Prima di buttarmi di buttarmi a capofitto, mi sono fatto una domanda fondamentale.

Come può essere utile al mio lavoro?

Si, ma ancor prima:

Su cosa è basato il mio lavoro?

Quali sono le skill che mi stanno consentendo di ottenere dei ricavi dal mio lavoro?

Insomma, perchè mi pagano?

L’unica risposta che ho trovata è questa:

“Sono stato capace di avvicinare PERSONE alla consapevolezza che la COMUNICAZIONE sui media è fondamentale nelle RELAZIONI UMANE e da questo ne è derivato un vantaggio per entrambe. Quindi ho costruito relazioni promuovendo servizi di divulgazione.”

Intanto l’intelligenza artificiale ha generato un’ondata di entusiasmo in molti settori e la promessa di strumenti sempre più sofisticati in grado di automatizzare la creazione di contenuti, analizzare i dati in tempo reale e persino “dialogare” con gli utenti ha fatto credere a molti che la AI possa rappresentare una svolta definitiva in questo ambito.

Stiamo con i piedi in terra e stiamo ai fatti: Sebbene l’AI offra grandi opportunità, rischiamo di sopravvalutare le sue potenzialità in settori come la comunicazione, dove le vere relazioni umane rimangono insostituibili.

AI e automazione: uno strumento, non una soluzione

Non c’è dubbio che l’AI possa essere un potente alleato per i professionisti della comunicazione. Strumenti come quelli per l’analisi dei trend, la scrittura assistita o la gestione dei social media possono sicuramente migliorare l’efficienza e aumentare la produttività. La tecnologia è in grado di raccogliere e analizzare un’enorme mole di dati, generare report dettagliati . Questo è un grande passo avanti rispetto ai processi manuali, spesso lunghi e complessi.

Tuttavia, è importante ricordare che queste funzionalità rappresentano solo una parte del lavoro nel mondo delle PR. La creazione di contenuti o l’analisi dei dati, per quanto essenziali, non esauriscono le dinamiche che fanno realmente la differenza in questo campo. Il cuore delle PR non risiede solo nella produzione di comunicati stampa o post sui social media, ma nelle relazioni umane che si costruiscono giorno per giorno.

Le relazioni umane sono il cuore delle PR

Le pubbliche relazioni si basano su fiducia, empatia, comprensione e costruzione di connessioni autentiche. L’AI, pur essendo in grado di generare contenuti di qualità o di ottimizzare una campagna di comunicazione, non può replicare l’intuizione e la sensibilità di un professionista della comunicazione quando si tratta di gestire rapporti complessi con i media, con i partner commerciali o con gli stakeholder.

Costruire una relazione significa comprendere le esigenze e i desideri dell’interlocutore, adattare il messaggio al contesto e coltivare un legame di fiducia nel tempo. Questi sono aspetti che richiedono un’intelligenza emotiva e sociale che nessun algoritmo può sostituire. Una stretta di mano, una conversazione faccia a faccia o un’esperienza condivisa sono fondamentali per cementare una relazione solida. Sono dinamiche che l’AI può al massimo facilitare, ma non ricreare.

L’importanza dell’intuizione e del valore umano

Un altro punto critico è la capacità di intuire e valutare. Le situazioni quotidiane richiedono spesso decisioni rapide, basate su variabili non sempre quantificabili: il contesto politico, i sentimenti del pubblico, la sensibilità culturale, i desideri e le reali necessità sia espresse che velate dei committenti oltre, le presentazioni troppo pragmatiche e i desideri di soddisfazione emotiva del committente.

L’intelligenza artificiale può fornire dati utili e suggerire strategie basate su informazioni. oggettive e misurabili, il contesto e la complessità umana non sono sempre riconducibili a numeri e modelli matematici.

È qui che entra in gioco l’esperienza e l’intuizione del professionista.

Qui ognuno di noi fa la vera differenza. (Dove il primo non riesce, il secondo potrebbe ottenere un enorme successo e viceversa)

Per esempio L’AI può aiutare a monitorare i canali social, prevedere il sentiment del pubblico o suggerire risposte automatizzate. Ma quando si tratta di affrontare una crisi reputazionale in tempo reale, nulla può sostituire la capacità di un esperto di cogliere le sfumature emotive della situazione e di reagire con tatto e flessibilità.

Quindi l’AI mi potrà aiutare , non sostituire.

Stasera vado a dormire sereno, non mi devo preoccupare di trovare domani un’AI che mi sostituisce alla consueta riunione del lunedi mattina.

Alla base della comunicazione e del mio lavoro c’è la capacità di creare, coltivare e mantenere relazioni umane autentiche.

Il futuro però sarà senza dubbio ibrido: un mix di tecnologia e relazioni umane.

Quindi meglio studiare per non restare indietro.

Inutile perdere tempo in sterili polemiche, meglio capire come usarla per innovare e progredire piuttosto che spendere energie e tempo a pensare quando potrebbe accadere. Non accadrà mai, non si può schematizzare e numerare la sensibilità umana e quindi meglio continuare a farla crescere e migliorare, per piacere di pi+ alle persone e costruire relazioni sempre + forti e durature.

Cosa ne pensi? Sei in grado di arrivare ai grandi media con l’AI?

Ti serve una mano perchè le tue relazioni non bastano?

Contattami e ti presento Digitalia21

Fatti intervistare dai grandi media …

…e poi come mi comporto? Consigli per affrontare la tua prima intervista senza stress

🙅♂️ Quando un potenziale intervistato si trova per la prima volta di fronte ai giornalisti e alla stampa, è naturale provare un misto di emozione e timore. L’idea di trovarsi sotto i riflettori, di dover rispondere a domande talvolta imprevedibili, può mettere a disagio chi non è abituato a questo tipo di situazioni. Eppure, con qualche accorgimento e una buona preparazione, è possibile affrontare la propria prima intervista con sicurezza, lasciando una buona impressione e, soprattutto, comunicando efficacemente il proprio messaggio. Ecco alcuni consigli per entrare nel mondo della stampa mediatica senza ansia e godersi l’esperienza.

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