…e poi come mi comporto? Consigli per affrontare la tua prima intervista senza stress
🙅♂️ Quando un potenziale intervistato si trova per la prima volta di fronte ai giornalisti e alla stampa, è naturale provare un misto di emozione e timore. L’idea di trovarsi sotto i riflettori, di dover rispondere a domande talvolta imprevedibili, può mettere a disagio chi non è abituato a questo tipo di situazioni. Eppure, con qualche accorgimento e una buona preparazione, è possibile affrontare la propria prima intervista con sicurezza, lasciando una buona impressione e, soprattutto, comunicando efficacemente il proprio messaggio. Ecco alcuni consigli per entrare nel mondo della stampa mediatica senza ansia e godersi l’esperienza.
❌L’anello mancante tra Marketing e Vendite è il mio FOCUS.⭕️❌
Si, partiamo subito con le parole forti :“Focus”; focalizzazione è la strategia competitiva consigliata per migliorare il business.
Per essere precisi, in questo caso si tratta di focalizzazione differenziante, cioè non ti trasmetto un messaggio uguale a tanti altri ma uno “differente”, “riconoscibile” e per questo “memorabile”.😎
Compreso?❓
No?❓
Tranquillo, anche io faccio fatica a comprendere perchè mi devo fare tutte ste menate per dire cosa faccio e come lo faccio.
Ma se ti ha infastidito legger le prime righe e se sei ancora qui, ho raggiunto il mio scopo e hai superato l’ennesimo esperimento.
Anche tu fai parte di quella schiera di persone cui interessa il marketing perchè serve #PerVendere, ma sei stanco di stare ad ascoltare tutte le mirabolanti definizioni e teorie che ti sembrano affascinanti ma complesse da tradurre in azioni concrete.
Veniamo al dunque!
Mi interesso di marketing da qualche anno e l’ho fatto perchè ero stanco, da venditore, di subire le conseguenze delle azioni dell’ufficio preposto a tale funzione.
Insomma posso definirmi un “ribelle”.
I processi di business sono nel mio DNA, visto che per troppi anni ho venduto sistemi per la Logistica.
Non voglio annoiarti, ma era necessario dirti che ho vissuto a contatto con gli imprenditori prima di parlarti del motivo che mi ha spinto a soffermarmi sulla mancanza di un processo di raccordo tra Marketing e Vendite, appunto un ANELLO MANCANTE.
Chi si occupa di marketing strategico, si preoccupa di partire dall’analisi di mercato per valutare cosa fare e come farlo, poi passa la palla agli operativi per creare materiali, scegliere strumenti e partire.
E l’imprenditore? Cosa fa in tutto questo?
Rimane li, con il suo prodotto in mano, ascolta, valuta, qualche volta interviene, suggerisce, ma poi in fondo, guarda tutti e dice: “Insomma, io ho questo da vendere, partiamo?”
Esatto! Funziona sempre cosi, le aziende dovrebbero nascere dopo aver fatto le analisi delle esigenze e dopo aver studiato il mercato; invece gli imprenditori partono sempre da un prodotto.
“Quelli bravi”, come li definisco spesso, parlano di aziende “mercato-centriche” e “prodotto-centriche”.
Difficile spostare l’attenzione di un imprenditore prodotto-centrico verso il mercato; forse questo particolare periodo ci sta facendo notare che il vero driver sono i mercati.
Se c’è un mercato c’è un prodotto e non viceversa.
Ma non perdiamoci in chiacchiere, capisco bene gli imprenditori che hanno investito la loro vita su un prodotto e non devo convincerli di nulla di diverso da quello che pensano.
I PRODOTTI VANNO VENDUTI!
Il vero cambio di visione deve essere quello di noi consulenti che non dobbiamo tornare a raccontarla sperando di fare colpo.
Non ha senso parlare di “analisi dei bisogni”, “posizionamento differenziante”, “brand” etc. se dall’altra parte abbiamo un imprenditore con il magazzino pieno di prodotti e l’esigenza di svuotarlo.
Parliamoci chiaro, se sei un consulente e stai leggendo questo articolo, quante volte su 10 ti trovi difronte alle imprese che ricorrono al marketing perchè devono vendere?
E se sei un imprenditore, ti capisco, purtroppo leggiamo troppi libri di teoria …..
Veniamo al “come fare“, altrimenti ti ho tenuto fin qui a leggere senza concludere.
Si, perchè è vero che vuoi sapere dell’anello mancante, di come fare a concretizzare i tuo investimenti di marketing, come svuotare il tuo magazzino pieno zeppo di ottimi prodotti.
Te lo dico subito, ma segui questa mappa.
E’ la mappa del viaggio che fa un cliente, prima, durante e dopo l’acquisto e in teoria se tu percorri questa stessa strada, non puoi sbagliare, vendi sicuramente.
Però parliamoci chiaro, tutti ti dicono COSA FARE, ma nessuno ti dice COME FARE a realizzare questo risultato.
Adesso ti svelerò un mio piccolo schema che uso spesso per fare le valutazioni.
Ti invito a scaricarlo e compilarlo, e ti offro la possibilità di riceverlo compilato solo commentando questo post.
Diciamola facile facile:
Quando arriva da me un imprenditore e mi dice di avere un prodotto da vendere, non perdo tempo e comincio subito a pensare dove possono essere i suoi clienti e cosa stanno facendo in questo momento.
Chiedo all’imprenditore di illustrarmi quali sono i motivi per cui un cliente dovrebbe comprare il suo prodotto. (Scarto quelli che mi dicono “qualità e cortesia al giusto prezzo”)
Analizzo se si può aggregare il pubblico in un gruppo omogeneo e quindi quale migliore strategia di generazione di contatti adottare.
Dopo di che mi spingo nel mondo della vendita scegliendo, processi di vendita, uomini strumenti da utilizzare durante la vendita stessa.
A quel punto progetto anche i sistemi di controllo delle azioni di vendita e di diffusione dei refferal per la creazione e la crescita della reputazione aziendale.
Insomma ci sono dentro tutti i contenuti che servono per produrre business e far crescere l’azienda.
Adesso che hai dedicato il tuo tempo a questo post, voglio premiarti.
Lascia un commento e ti invio lo schema compilato.
Potremo anche discuterlo insieme e verificare come applicarlo alla tua azienda.
Due facce della stessa medaglia o concetti diversi?
💁🏻♂️Non confonderti, non si tratta solo di semantica.📣
I termini come “Social Proof” e “reputazione” sono fondamentali per chiunque sta costruendo la sua presenza online.
Spesso però questi termini vengono usati in modo intercambiabile, invece rappresentano concetti completamente diversi e devono essere ben compresi per portare il valore aggiunto che serve.
Capiamoci!
Cos’è la Social Proof?
La “Social Proof” (riprova sociale) lo dice la parola stessa; RI-PROVA, viene dopo la “prova” che hai dato al tuo cliente vendendogli il tuo prodotto/servizio ed è un fenomeno psicologico per cui le persone tendono a conformarsi alle azioni, alle opinioni o alle scelte degli altri. Questo accade specialmente in situazioni di incertezza.
Questo concetto è diventato essenziale nel mondo digitale, dove gli utenti basano le proprie decisioni sugli input forniti da recensioni, testimonianze, like, follower, e menzioni.
Un esempio comune di social proof è quando vediamo un prodotto con migliaia di recensioni positive su Amazon: la quantità e la qualità dei feedback altrui influenzano la nostra decisione d’acquisto.
Cos’è la Reputazione?
La reputazione, invece, è un concetto più ampio e duraturo. Si costruisce nel tempo e riguarda la percezione complessiva che gli altri hanno di una persona, di un’azienda o di un prodotto ed il più delle volte serve una VOCE AUTOREVOLE per divulgarla.
La reputazione si forma attraverso molteplici interazioni e comportamenti coerenti. Per esempio, la reputazione di un brand può essere determinata dalla qualità costante dei suoi prodotti, dal servizio clienti eccellente, e dall’impatto positivo che ha avuto sui suoi clienti nel corso degli anni. Visto che il tempo non basta mai e l’attenzione del pubblico è sempre molto bassa, è necessario usare l’autorevolezza dei GRANDI MEDIA PER POTENZIARE LA REPUTAZIONE.
Mentre la social proof è un evento “istantaneo” di consenso, la reputazione è un bene costruito pazientemente che permane nel tempo.
Mentre la prima può essere manipolata con azioni mirate e veloci, come promozioni o campagne di marketing, la seconda richiede un investimento a lungo termine in modo autentico e trasparente interagendo con contesti autorevoli e riconosciuti dalla massa.
Trova le differenze:
1️⃣ Tempo: La riprova sociale è immediata e si manifesta attraverso segnali visibili (es. like, recensioni), mentre la reputazione richiede tempo per essere costruita e consolidata.
2️⃣ Influenza: La social proof può influenzare decisioni rapide o emozionali, mentre la reputazione influisce sulle decisioni più ponderate e di lungo periodo. Per esempio, potresti essere attratto da un ristorante che ha molte recensioni positive (social proof), ma tornerai solo se il cibo e il servizio soddisferanno le tue aspettative nel tempo (reputazione).
3️⃣. Durata: La riprova sociale può cambiare velocemente. La reputazione, una volta costruita, è molto più difficile da alterare, nel bene e nel male.
4️⃣. Gestione: La social proof può essere gestita attraverso strategie di marketing, come campagne social o raccolte di recensioni. La reputazione richiede una gestione complessiva delle attività aziendali e sopratutto necessità di essere divulgata sui grandi media per ricevere il supporto autorevole esterno a validare le informazioni diffuse.
SERVONO ENTRAMBE?
Certo che si!
Un’azienda di successo deve lavorare per costruire una reputazione solida attraverso prodotti e servizi di qualità, e deve COMUNICARE attraverso i grandi media (giornali, radio e TV) e al tempo stesso sfruttare la social proof per attrarre clienti.
La social proof e la reputazione sono concetti complementari. La riprova sociale aiuta a catturare l’attenzione e a facilitare decisioni rapide, ma è la reputazione che costruisce relazioni durature e fiducia nel tempo.
Lavora per migliorare la tua REPUTAZIONE. Contatta Digitalia21
❌ Intendiamoci subito: questo non è un articolo che parla di Marketing.❌
Potrebbe anche servire a chi se ne occupa e a chi vuole ricondurre tutto al marketing pur di dire qualcosa di diverso. 🤷🏻♂️
Questo non è neanche un articolo di polemica,❌ce ne sono già troppi qui su Linkedin e non voglio farti perdere tempo in sterili teorie inventate copiando qualcun altro.
Ti parlo solo di quello che sperimento in prima persona.
Oggi voglio approfondire un concetto che mi è molto caro, seguimi:
1- La reputazione è molto importante, siamo d’accordo e non c’è bisogno di sottolinearlo
2-Tutti hanno già una reputazione e non possono scollarsela di dosso
3-Molti vogliono potenziare la reputazione e investono tempo e risorse per questo scopo
Perchè lo fanno?
Per avere più clienti?! SBAGLIATO
Per questo scopo esiste già il marketing, la pubblicità e tutte le azioni quotidiane che fai per farti conoscere.
E allora perchè dovresti investire per andare sui GRANDI MEDIA e costruire un Curriculum mediatico, una rassegna stampa?
Semplice: per farti scegliere!
Avere una forte reputazione ti fa scegliere tra altre proposte e ti fa emergere rispetto al tuo concorrente agli occhi del tuo potenziale cliente.
Ma adesso vediamo come e quando usare una rassegna stampa nel processo di vendita per catturare l’attenzione e costruire fiducia.
Nell’ambito di un processo di vendita, l’obiettivo è instaurare fiducia con il potenziale cliente, facendogli capire che sei il migliore per risolvere i suoi problemi, sopratutto sei TU il migliore e non il tuo concorrente.
💁🏻♂️ Come puoi inserire una rassegna stampa in modo efficace in una trattativa di vendita? Ecco i passaggi da seguire per sfruttarla al meglio e aumentare le tue probabilità di successo:
1️⃣ Prepara la tua rassegna stampa per evidenziare la tua #REPUTAZIONE
Prima di tutto, assicurati che la tua rassegna stampa contenga articoli pertinenti ai risultati ottenuti dalla tua azienda o al tuo settore specifico e sopratutto sia costituita da testate autorevoli.
Non hai un curriculum mediatico? Tranquillo, possiamo rimediare insieme.
Chiariamo però che il contenuto della notizia deve mostrare che non sei “un venditore”, ma un professionista affidabile, apprezzato e riconosciuto.
2️⃣ Identifica il momento giusto
La rassegna stampa non deve essere introdotta all’inizio del processo di vendita, non è una brochure .
Inizialmente, devi: Ascoltare le esigenze del tuo potenziale cliente. Fare domande per comprendere le sue frustrazioni.
Il momento giusto per introdurla è quando:
Hai capito bene il problema del tuo potenziale cliente
Quando lui inizia a valutare alternative e quando si fa le domande senza risposte sul suo futuro
Ecco il momento giusto per dare una spinta alla tua credibilità e differenziarti dalla concorrenza.
3️⃣ Usa la rassegna stampa come strumento
Una volta che hai guadagnato l’attenzione del cliente e hai capito bene i suoi bisogni/desideri, è il momento di far emergere la tua autorevolezza immediata.
Esempio pratico:
Immagina di essere un consulente di vendita di una soluzione software per il settore della logistica. Durante il colloquio con un potenziale cliente, scopri che una delle loro principali preoccupazioni è la gestione efficiente delle scorte.
Dopo aver ascoltato attentamente e discusso delle soluzioni possibili, puoi dire:
“Capisco benissimo la vostra preoccupazione. Di recente siamo stati menzionati in un articolo su [Rivista autorevole] proprio per aver aiutato un’azienda simile alla vostra a ridurre i tempi di inventario del 30%. Posso mostrarvi un estratto dell’articolo?”
4️⃣ Collega la rassegna stampa ai bisogni del potenziale cliente
Non basta “presentare” la rassegna stampa, devi collegarla ai bisogni specifici del cliente. Questo fa sì che lui veda come le tue competenze possano risolvere i suoi problemi.
5️⃣ Mantieni l’attenzione sui problemi del tuo interlocutore
Non sovraccaricare il cliente con troppi articoli o riconoscimenti. Usa la rassegna stampa per rafforzare i tuoi argomenti, ma non farla diventare il centro della conversazione. Il focus deve sempre rimanere sui bisogni del tuo potenziale cliente e su come tu puoi aiutarlo.
6️⃣ Utilizza la rassegna stampa nei follow-up
La rassegna stampa può essere utilizzata anche successivamente, per esempio in un follow-up dell’incontro:
Invia un’e-mail di ringraziamento con un link all’articolo o all’intervista in cui sei stato citato, sottolineando come i punti trattati siano pertinenti alla conversazione che avete avuto.
7️⃣ Non usare la rassegna stampa come un volantino
Molti venditori commettono l’errore di inviare la rassegna stampa senza alcun tipo di introduzione o relazione con il potenziale cliente, cercando di impressionarlo. Se il potenziale cliente non ha ancora abbastanza fiducia in te, gli articoli potrebbero sembrare solo “auto-promozione” e quindi cestinati in automatico.
Introduci la rassegna stampa solo quando:
Hai stabilito una connessione personale con il cliente.
Hai chiaro il bisogno/desiderio dello stesso e sopratutto hai individuato come collegare i tuoi successi a ciò di cui ha bisogno il cliente.
Una rassegna stampa ben curata è un potente strumento di vendita, PERMETTE AL POTENZIALE CLIENTE DI SCEGLIERE TE E NON L TUO CONCORRENTE ma deve essere usata al momento giusto. È il modo migliore per raccontare la tua esperienza e i tuoi successi senza essere promozionale. E’ l’unico modo che hai per rafforzare la tua #Reputazione.
Non dimenticare di tenere il tuo potenziale cliente al centro della conversazione: la rassegna stampa è uno strumento per dimostrare che tu sei la persona giusta per aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi.
Per avere più clienti dovrai continuare a investire in marketing e pubblicità, per far scegliere te e non i tuoi concorrenti dimostrando la tua autorevolezza immediata, dovrai curare sempre meglio la tua #Reputazione.
essere considerati ottimi pagatori accresce la reputazione
📲E’ facile comprendere che siamo tutti interconnessi e il passaparola digitale è istantaneo, quindi la nostra reputazione non è mai stata così fragile. Oggi, ogni azione che compiamo nel mondo degli affari ha il potenziale di trasformarsi in un racconto che si diffonde, spesso senza il nostro controllo, amplificato dai social media, dalle conversazioni tra professionisti, e da reti informali (anche i gruppi delle mamme contribuiscono pesantemente).
🙊
Tra i fattori che influenzano la percezione del nostro valore professionale, uno degli elementi più sottovalutati è il modo in cui gestiamo i pagamenti ai nostri fornitori.
Hai mai pensato che la puntualità nei pagamenti sia una leva strategica per la tua reputazione?🥇
Essere puntuali nel saldare le fatture non è solo un obbligo contrattuale: è una potente dichiarazione di affidabilità. I fornitori rappresentano una parte fondamentale del nostro ecosistema professionale, e il modo in cui li trattiamo dice molto su di noi. Quando i pagamenti arrivano puntuali (o addirittura in anticipo), il messaggio che inviamo è chiaro: siamo organizzati, rispettosi e seri.
Queste caratteristiche non si fermano alla singola transazione, ma si riflettono in ogni altro aspetto del nostro business.
Un’azienda, o un professionista, che paga puntualmente acquisisce una sorta di “reputazione silenziosa” che si diffonde gradualmente, ma inesorabilmente, nel settore.
Non serve inviare comunicati stampa o fare campagne promozionali per costruire una reputazione di ottimo pagatore. 🎤
Il passaparola positivo, quello che si sviluppa senza la tua presenza, ha un effetto molto più duraturo.
I fornitori parlano tra loro, raccontano esperienze, e chi si distingue per affidabilità viene automaticamente identificato come colui che “merita fiducia”.
I fornitori saranno più propensi a offrire condizioni migliori, e persino termini di pagamento più flessibili. Diventerai una risorsa preziosa, il cliente preferito, quello che tutti vogliono.
Il valore di questa reputazione non è quantificabile a breve termine, ma i suoi effetti si faranno sentire nel lungo periodo: relazioni più forti e un network di relazioni più esteso.
Il passaparola positivo è come un fiume sotterraneo che corre tra clienti e partner.
Arriveranno opportunità inattese, e una crescita difficile da ottenere con semplici strategie di marketing. Le aziende e i professionisti di successo sanno che la fiducia non si compra: si guadagna, pagamento dopo pagamento, atto dopo atto di correttezza.
Ma analizziamo anche cosa ti perdi se non fai tutto questo: qual è il pericolo del ritardo nei pagamenti 🚧
In questo caso, il passaparola funziona allo stesso modo, ma con effetti devastanti.
Basta una manciata di episodi negativi perché la tua reputazione subisca danni irreparabili.
Un ritardo nei pagamenti non viene mai interpretato solo come un disguido amministrativo: i fornitori iniziano a dubitare della tua stabilità finanziaria, della tua serietà e della tua capacità di rispettare gli impegni.
Il passaparola negativo si diffonde con una velocità decisamente maggiore, si sa che le brutte notizie arrivano prima. 🚒
Improvvisamente, le porte iniziano a chiudersi: i fornitori diventano rigidi, chiedono pagamenti anticipati o, peggio, rifiutano di lavorare con te. La tua azienda, o il tuo nome, viene associata al rischio. E non importa quanto il tuo brand sia forte, quanto i tuoi prodotti siano innovativi: una cattiva reputazione nei pagamenti può rapidamente demolire ciò che hai costruito in anni di lavoro.
Recuperare la fiducia persa non è impossibile, ma è un processo lungo e arduo. Richiede impegno costante, una trasparenza assoluta, e azioni concrete per dimostrare che si è cambiati. Tuttavia, la macchia rimane, e molte volte, anche dopo aver risolto i problemi finanziari o organizzativi, il dubbio persisterà: “Sarà ancora affidabile?”
Quindi pensaci la prossima volta che sei tentato dal rimandare un pagamento. 💶
Ogni pagamento puntuale è un investimento nella tua reputazione. Non sottovalutarlo mai. 🙅♂️‼️✅
l’Intelligenza artificiale sostituirà le relazioni umane ?
Ne so molto poco di intelligenza artificiale e comincio a pensare che sia arrivato il momento di colmare questo limite, molto diffuso in quelli che, come me, sono nati nel secolo scorso.
Prima di buttarmi di buttarmi a capofitto, mi sono fatto una domanda fondamentale.
Come può essere utile al mio lavoro?
Si, ma ancor prima:
Su cosa è basato il mio lavoro?
Quali sono le skill che mi stanno consentendo di ottenere dei ricavi dal mio lavoro?
Insomma, perchè mi pagano?
L’unica risposta che ho trovata è questa:
“Sono stato capace di avvicinare PERSONE alla consapevolezza che la COMUNICAZIONE sui media è fondamentale nelle RELAZIONI UMANE e da questo ne è derivato un vantaggio per entrambe. Quindi ho costruito relazioni promuovendo servizi di divulgazione.”
Intanto l’intelligenza artificiale ha generato un’ondata di entusiasmo in molti settori e la promessa di strumenti sempre più sofisticati in grado di automatizzare la creazione di contenuti, analizzare i dati in tempo reale e persino “dialogare” con gli utenti ha fatto credere a molti che la AI possa rappresentare una svolta definitiva in questo ambito.
Stiamo con i piedi in terra e stiamo ai fatti: Sebbene l’AI offra grandi opportunità, rischiamo di sopravvalutare le sue potenzialità in settori come la comunicazione, dove le vere relazioni umane rimangono insostituibili.
AI e automazione: uno strumento, non una soluzione
Non c’è dubbio che l’AI possa essere un potente alleato per i professionisti della comunicazione. Strumenti come quelli per l’analisi dei trend, la scrittura assistita o la gestione dei social media possono sicuramente migliorare l’efficienza e aumentare la produttività. La tecnologia è in grado di raccogliere e analizzare un’enorme mole di dati, generare report dettagliati . Questo è un grande passo avanti rispetto ai processi manuali, spesso lunghi e complessi.
Tuttavia, è importante ricordare che queste funzionalità rappresentano solo una parte del lavoro nel mondo delle PR. La creazione di contenuti o l’analisi dei dati, per quanto essenziali, non esauriscono le dinamiche che fanno realmente la differenza in questo campo. Il cuore delle PR non risiede solo nella produzione di comunicati stampa o post sui social media, ma nelle relazioni umane che si costruiscono giorno per giorno.
Le relazioni umane sono il cuore delle PR
Le pubbliche relazioni si basano su fiducia, empatia, comprensione e costruzione di connessioni autentiche. L’AI, pur essendo in grado di generare contenuti di qualità o di ottimizzare una campagna di comunicazione, non può replicare l’intuizione e la sensibilità di un professionista della comunicazione quando si tratta di gestire rapporti complessi con i media, con i partner commerciali o con gli stakeholder.
Costruire una relazione significa comprendere le esigenze e i desideri dell’interlocutore, adattare il messaggio al contesto e coltivare un legame di fiducia nel tempo. Questi sono aspetti che richiedono un’intelligenza emotiva e sociale che nessun algoritmo può sostituire. Una stretta di mano, una conversazione faccia a faccia o un’esperienza condivisa sono fondamentali per cementare una relazione solida. Sono dinamiche che l’AI può al massimo facilitare, ma non ricreare.
L’importanza dell’intuizione e del valore umano
Un altro punto critico è la capacità di intuire e valutare. Le situazioni quotidiane richiedono spesso decisioni rapide, basate su variabili non sempre quantificabili: il contesto politico, i sentimenti del pubblico, la sensibilità culturale, i desideri e le reali necessità sia espresse che velate dei committenti oltre, le presentazioni troppo pragmatiche e i desideri di soddisfazione emotiva del committente.
L’intelligenza artificiale può fornire dati utili e suggerire strategie basate su informazioni. oggettive e misurabili, il contesto e la complessità umana non sono sempre riconducibili a numeri e modelli matematici.
È qui che entra in gioco l’esperienza e l’intuizione del professionista.
Qui ognuno di noi fa la vera differenza. (Dove il primo non riesce, il secondo potrebbe ottenere un enorme successo e viceversa)
Per esempio L’AI può aiutare a monitorare i canali social, prevedere il sentiment del pubblico o suggerire risposte automatizzate. Ma quando si tratta di affrontare una crisi reputazionale in tempo reale, nulla può sostituire la capacità di un esperto di cogliere le sfumature emotive della situazione e di reagire con tatto e flessibilità.
Quindi l’AI mi potrà aiutare , non sostituire.
Stasera vado a dormire sereno, non mi devo preoccupare di trovare domani un’AI che mi sostituisce alla consueta riunione del lunedi mattina.
Alla base della comunicazione e del mio lavoro c’è la capacità di creare, coltivare e mantenere relazioni umane autentiche.
Il futuro però sarà senza dubbio ibrido: un mix di tecnologia e relazioni umane.
Quindi meglio studiare per non restare indietro.
Inutile perdere tempo in sterili polemiche, meglio capire come usarla per innovare e progredire piuttosto che spendere energie e tempo a pensare quando potrebbe accadere. Non accadrà mai, non si può schematizzare e numerare la sensibilità umana e quindi meglio continuare a farla crescere e migliorare, per piacere di pi+ alle persone e costruire relazioni sempre + forti e durature.
Cosa ne pensi? Sei in grado di arrivare ai grandi media con l’AI?
Ti serve una mano perchè le tue relazioni non bastano?
Si, questa volta non ci sto capendo molto e vorrei il tuo aiuto.
Ho fatto il venditore per troppi anni per non avere conosciuto il buono ed il brutto di questo mestiere.
Sono ancora convinto che “TUTTI VENDIAMO”. Vendiamo la nostra idea ogni volta che ci misuriamo con il prossimo, vendiamo da quando siamo nati, vendiamo anche se non abbiamo nulla da vendere.
Sono convinto sempre più che “SAPER VENDERE” è la “Skill”, come dicono quelli bravi, più importante da sviluppare.
QUELLI BRAVI USANO SCHEMI A FORMA DI “PIRAMIDE” O MEGLIO ANCORA A FORMA DI “ICEBERG” (NON L’INSALATA) PER DESCRIVERE LA LORO TEORIA.
Posso provarci anche io?🤷♂️
Se hai provato anche tu un profondo senso di frustrazione nelle vendite, ti consiglio di stare qui qualche minuto a leggere questo post, altrimenti, cosa aspetti?
Vai a subito a realizzare il tuo sogno, non stare qui a perdere tempo.
Il tempo è denaro
Questa per esempio è una delle prime affermazioni che da cui voglio partire.
La conoscono anche i bambini ma la mancanza di educazione sul DENARO, ha fatto perdere anche il rispetto del TEMPO.
Ma andiamo per gradi: Che significa il titolo di questo post?
Perché ho messo insieme la figura del Venditore con quella dell’Imprenditore e quella dell’Investitore?
Semplicissimo, perchè ritengo che un VENDITORE non può essere bravo e sopratutto utile a se stesso se non si comporta come IMPRENDITORE e come INVESTITORE.
“Gianni, parla come mangi! Mi fai capire, dove vuoi andare a parare?“
E vabbè, veniamo subito al dunque:
Un Venditore che non gestisce bene le sue risorse, può fallire allo stesso modo di un Impresa o di un cattivo Investimento.
Capiamoci bene, non mi riferisco al denaro.
Il denaro è solo una delle risorse di cui dispone il venditore e in genere è sempre poco ed arriva DOPO.
Si incassa il denaro, dopo aver fatto la vendita, dopo aver raggiunto il budget, dopo aver incassato, insomma sempre dopo.
E allora, cosa può Investire un VENDITORE?
Il Tempo?
E si, troppo facile, forse, ma anche NO.
Il tempo lo possiede nella stessa misura dell’imprenditore mandante e nella stessa misura del suo cliente; che vantaggio può avere ad investire il suo tempo?
Non voglio ridurre la discussione a questa banalità, voglio andare un pò più a fondo.
Ok, è oggettivo che il tempo non si possa dilatare, è oggettivo che il tempo non si possa modificare, che inesorabilmente scorre per tutti allo stesso modo e quindi cosa deve fare un VENDITORE?
Io ritengo che debba avere rispetto del TEMPO allo stesso modo in cui lo ha un Imprenditore.
Un imprenditore (bravo), usa le sue risorse “in leva” per migliorare la vita degli altri e di conseguenza anche la sua.
Così dovrebbe fare un venditore.Non pensi anche tu che un venditore debba ricavare dal proprio tempo, dalle competenze, dalle relazioni e dalle esperienze, il miglior risultato possibile?
Non credi che sia utile valutare il “Ritorno dell’investimento delle proprie azioni?”
Per esempio, quali domande si deve porre un VENDITORE/IMPRENDITORE:
Mi conviene andare dal vivo ad incontrare un cliente se non è ancora pronto all’acquisto?
Mi conviene impiegare del tempo a studiare per migliorare il mio metodo di vendita rispetto a continuare a girare per imparare dagli errori?
Ma veramente imparo dagli errori, oppure sono solo fonte di frustrazioni?
Insomma.
E’ vero!
Se fai il venditore, devi avere qualche rotella fuori posto anche tu.
Come lo psicologo, che di solito, è anche un pò “matto” (senza mancare di rispetto a nessuno dei due).
La follia del venditore però non porta allo stesso risultato dell’imprenditore.
Molti venditori hanno la partita iva.
Forse ce l’hai anche tu che stai leggendo; ma dimmi la verità: non hai quasi mai fatto un’analisi del bilancio, non fai quasi mai le previsioni dei tuoi “utili” (che non sono le provvigioni) e figuriamoci se hai un piano per gestire al meglio la liquidità di cassa.
Al massimo sai dirmi, qual è il budget che l’azienda ti ha assegnato, il risultato che hai raggiunto fino ad ora e quanto ti manca per raggiungere il premio.
E se poi non incassi le provvigioni, è crisi totale.
Questo va bene, per carità, ma forse non basta.Tu hai UN SOLO TEMPO, ricordalo sempre.
In questo tempo, lavora per la tua PartitaIVA e non solo per quella di un altro.
Non ti buttare subito nelle attività senza aver studiato la migliore tattica per raggiungere il risultato.
Dubita dei metodi che ti propone l’azienda perchè le risorse in gioco sono le tue.
L’impresa è la tua.
Adesso veniamo alla visione di INVESTITORE.
Chiariamoci subito:
L’investitore usa i capitali e i metodi utili per produrli con la finalità di creare profitto.
Non sto parlando di speculatori o di trader; sto parlando di coloro che sostengono l’azione imprenditoriale.
Possono essere racchiusi nella stessa persona: imprenditore/investitore.Infatti gli imprenditori ci confrontano sempre con il capitale a disposizione per compiere un’azione e tengono conto anche del flusso di cassa per evitare spiacevoli inconvenienti.
Il VENDITORE, dovrebbe agire anche come un Investitore; dovrebbe usare il proprio capitale per creare profitto, invece non lo investe mai.
Il venditore pensa che sia meglio avere la macchina aziendale, il rimborso spese, il computer e il buono pasto.
Tutto lecito, tutto comprensibile ma se l’azienda ti da tutta questa roba, a chi tocca dopo fare la ricerca delle opportunità?
Chi deve “SPINGERE”, come si dice tra noi uomini di strada?Non ti meravigliare se l’azienda ti chiede di andare sempre a procacciare nuovi clienti.
Un Venditore chiude contratti, non cerca clienti
Valuta tu quanto e quando investire, come fa un INVESTITORE.
Decidi tu se farti dare 500 euro di rimborso spese per passare le giornate attaccato al telefono o a suonare campanelli.Decidi tu quanto VALE il tuo TEMPO.
Poi le vendite arrivano dopo.
Se vuoi scalare la piramide del successo non fare il VENDITORE senza ragionare come un IMPRENDITORE e investi saggiamente le tue risorse come farebbe un INVESTITORE.
Ma che domande fai? E’ ovvio che scelgo chi mi fa guadagnare di più.🤷♂️
Bene!
Su questo punto siamo tutti d’accordo e oggettivamente è talmente banale che non valeva la pena scomodarti per leggere un post.
Eppure sono convinto che se stai leggendo questo post, può essere che tu abbia ancora qualche dubbio sul tema.
Proviamo a risolverlo insieme.
Partiamo subito!‼️
Prima di tutto quando si approccia alla ricerca di un nuovo mandato, in genere lo si fa perchè c’è una insoddisfazione della posizione occupata. Ma anche NO.
Si cerca qualcosa di diverso, diversa azienda, diverso prodotto, diverso mercato.
Magari hai visto che intorno a te ci sono dei prodotti che si vendono di più (per es. in le mascherine e i sanificatori), oppure perchè il tuo amico ti ha raccontato che sta avendo un gran successo con la soluzione X.
Insomma, avrai i tuoi motivi e non li discuto affatto, voglio solo discutere in questo post cosa fare per valutare un nuovo mandato di vendita.
Hai mai pensato di tenere un approccio basato su tre (3) elementi fondamentali:
COSA vende l’azienda
COME lo vende
PERCHE’ lo vende
Si siamo alle solite, dirai, una nuova serie di inutili elenchi puntati senza fine.
NO!
Mi spiace deluderti, ma credo che sia fondamentale passare attraverso questa elementare valutazione.
COSA.
Tutte le aziende vendono qualcosa, vendono prodotti o servizi e già questo dovrebbe farti ragionare.
Un prodotto può essere venduto in un modo diverso dal servizio e tu ne hai le capacità?
Hai analizzato le tue caratteristiche, hai verificato se hai l’apertura mentale a cimentarti con un servizio, visto che magari fino a ieri hai venduto solo prodotti?
Hai valutato quale valore aggiunto puoi portare all’azienda, con il tuo “saper fare”?
Non fermarti a guardare se il prodotto o il servizio è “di moda” in questo momento.
Devi prevedere quanto tempo ci metterai tu a entrare nel ritmo giusto per quel prodotto o servizio.
Sei sicuro che basti il solo fatto che tu hai delle relazioni attive con potenziali clienti per farti avere successo con il nuovo prodotto?
Ah si, capisco tu hai fatto finta di guardare al prodotto ma di fatto quello che interessa è l’azienda mandante, la sua solidità, la sua dimensione, la sua notorietà.
Bene, allora hai fatto un passo in avanti.
Analizza
COME
l’azienda agisce per metterti in condizioni di vendere.
Non mi riferisco al rimborso spese o ancor peggio all’anticipo provvigioni.
Lo dico semplice semplice: Preferisci 500 euro al mese o preferisci 30 lead al mese?
Ti lascio due secondi per riflettere, fanno comodo 500 euro al mese, sono utili per mettere la benzina, sono utili per pagare la bolletta del telefono, ma che ci fai con 500 euro al mese in una mano e un bel catalogo patinato nell’altra?
Devi fare il postino, prima di fare il presentatore e poi il venditore.
Ti stanno dando 500 euro per fare tre lavori e tu guadagni solo da uno, tu sei nato #PerVendere non per volantinare il catalogo e cercare i clienti.✅
Questo è il vero limite della ricerca di un nuovo mandato di vendita, ti concentri sulla dimensione dell’azienda, ti concentri sulla reputazione dell’azienda e poi ti dimentichi di indagare sulla presenza di un sistema di marketing all’interno dell’azienda.
Attenzione non mi riferisco al fatto che l’azienda sia più o meno sensibile a investire in pubblicità, ma che questa pubblicità sia finalizzata alla produzione di contatti utili alla vendita.
Quelli bravi la chiamano “Lead generation“; l’azienda che devi valutare deve credere fermamente in questo concetto:
❌Il VENDITORE CHIUDE CONTRATTI, NON CERCA CLIENTI❌
Sembrerebbe tutto a posto, ok?
Fin qui ci siamo capiti e credo di non averti rivelato il segreto del “Sacro Graal” della ricerca, ma c’è una cosa che voglio aggiungere.
Fossi in te, mi soffermerei a fare due chiacchiere con il BOSS dell’azienda davanti ad un caffè per chiedergli,
“Cosa ti ha spinto a creare l’azienda, quando sei partito?”
Che domanda? Anche lui è partito per fare soldi!
Lo pensi tu. E se lui, davvero ti dice così, ti consiglio di scappare via a gambe levate.
Se è un imprenditore VERO, a questo domanda, risponderà in questo modo.
Io ho aperto
PERCHE’
volevo aiutare le persone a raggiungere questo risultato, x,y,z.
Ti racconterà la sua aspirazione, ti racconterà la sua storia, ti racconterà la sua visione per il futuro.
Quello è un imprenditore da seguire a da aiutare in tutti modi.
Evidentemente devi comprendere il suo PERCHE’, devi sentirlo, e nel tempo imparerai a trasmetterlo anche tu con i tuoi modi, con la tua personalità, con i tuoi vocaboli.
Non pensare alla vendita pensando ai soldi e all’incasso; appena lo fai, si allontanano da te.
Cerca una fonte di ispirazione superiore e un PERCHE’ fare le cose, subito dopo lavora al massimo per farti facilitare COME vendere perchè solo in quel moda potrai proporre qualsiasi COSA.
Se non sei d’accordo ed hai speso il tuo tempo per leggere fino a qui, sono molto contento di sentire il tuo parere.
Diversamente, condividi questo post con un tuo collega.
Sono qui per rivelartelo; ma prima facciamo un patto.👌
Dedica qualche minuto in relax a questa lettura e commenta questo post per farmi sapere quanto ti sia piaciuto.
Cominciamo:
Ti racconto cosa mi è accaduto sempre durante le vendita e come ho identificato qual è il momento GIUSTO in cui scatta la scintilla che fa pensare al cliente di comprare da me.
SI! Perchè non sono io che vendo, ma è il cliente che compra; su questo siamo d’accordo, vero?
Quelli bravi, dicono che bisogna identificare il “Customer Journey” (il viaggio del cliente).
Forse ti è più familiare se hai provato a leggere del materiale di marketing e non solo libri di vendita, ma si sa il marketing e le vendite sono sempre molto legati.
Molti imprenditori li confondono e affidando il marketing ai venditori, ma non è il caso tuo, altrimenti non staresti qui a leggere questo post. Vero?
Andiamo avanti senza polemiche.☝️
Parlavo di viaggio del cliente, di quanto sia importante intercettare l’attimo giusto in cui il cliente decide e di come individuarlo, ok sono qui per questo!
Adesso devi darmi un ulteriore conferma: Concordi con me che l’acquisto sia innescato da fattori emotivi?🤙
Si, ok tu sei uno razionale, che fa i calcoli, gira con il foglio in mano e prende tutti gli appunti, che decide dopo aver fatto i confronti tra almeno tre fornitori, OK , OK.
Conosco il tuo tipo. Ti capisco, anche io faccio i calcoli, anche io ragiono prima di comprare.
Ma la domanda che ti ho fatto è questa:
Cosa innesca l’acquisto?
Non vorrai mica raccontarmi che tu compri solo in base ai bisogni reali e razionali?
Ma che vita fai? Non hai mai comprato un telefonino? Non sei mai andato ad un ristorante?
Insomma non mi raccontare la storiella che la vendita è razionale perchè lo sai anche tu che la razionalità convive sempre con l’emotività.
Analizziamo insieme quali sono i vari stati emotivi in cui si trova un cliente quando sta facendo un acquisto e cerchiamo di riconoscerli.
Dopo ti dirò quando è il momento GIUSTO.☝️
Partiamo dalla PAURA.
E’ lo stato emotivo più forte e lasciami dire che è anche quello più frequente.
Abbiamo spesso paura, abbiamo sempre paura quando c’è qualcosa che non conosciamo, abbiamo paura dell’ignoto e questo atteggiamento è sicuramente presente nel processo di vendita.
Ogni cliente che si muove verso l’acquisto ha la paura dentro.🤭
Ha paura che quello che sta per comprare potrebbe non essere la cosa giusta, ha paura che il fornitore potrebbe non essere quello giusto e se poi deve fare un pagamento dilazionato ha anche paura di non riuscire a pagarlo.
Insomma la paura è la madre del processo di vendita.
Perchè la descrivo così?🤔
Semplice, se non ci fosse la paura, vuol dire che tutto è partito con superficialità e quindi nasconde un fallimento.
La paura è funzionale alla ricerca del coraggio per reagire.
Fermo li! Non pensare di aver scoperto tutto. Magari fosse cosi facile.
Dobbiamo andare oltre, devi venire con me dentro la paura, non posso svelarti subito quando è il Momento #Pervendere.⤵️
Dimmi: Come ti sei sentito quando avevi paura e ti hanno detto
“Stai tranquillo, non aver paura”. Dimmi, non ti ha fatto inc….are.🤬
Ti capisco, la paura è uno stato d’animo che ti rende anche facilmente irascibile, e ti comprendo molto bene se hai avuto voglia di dare un pugno in faccia a chi ti parlava in quel modo. Io lo avrei fatto.
Adesso pensa al tuo cliente, quando arriva da te, ha paura. Non puoi dirgli “non ti preoccupare”, devi affiancarlo, devi entrare con lui nella paura, devi viverla insieme a lui, ti devi immaginare dentro ad una stanza buia prenderlo per mano e insieme andare nella direzione dell’interruttore sostenendovi a vicenda, ma sentendo lo stesso stato d’animo.
Fatto?
Hai iniziato a farti tante domande?
🤔Come si fa? Cosa può succedere se lo spingo troppo in avanti? Cosa può succedere se non faccio nulla?
Ti capisco, anche io mi faccio sempre queste domande e mi sento nello stesso stato d’animo in cui si sente il cliente.
Siamo passati allo stato di FRUSTRAZIONE
Come si fa a descrivere questo stato? Bella domanda!
La domanda stessa mi porta in frustrazione.
Non si può descrivere un limbo, non si può arginare e dettagliare una sensazione così controversa che ha a che fare con la profonda insoddisfazione.
Quando vorresti fare qualcosa e non sai proprio cosa, ecco in quel momento stai provando frustrazione.
Solo se provi questo stato d’animo, puoi riconoscerlo nel tuo cliente e stimolarlo e aiutarlo a far scoccare la scintilla.
Generi la CURIOSITA’
Ecco è qui che avviene la magia!
🔄❌✅🍀🎇E’ questo il Big Bang della Vendita.🔄❌✅🍀🎇
❌E’ questo il momento in cui stai dando vita alla VENDITA❌
❌ Questo è il MOMENTO #PERVENDERE.❌
In sintesi:
‼️Il MOMENTO GIUSTO, arriva quando smetti di farti domande sul presente ed inizi a farti domande sul futuro‼️
Ti piacerebbe finirla qui?
E no caro, devi continuare a leggere e completare l’opera.
Non puoi chiuderla cosi facilmente perchè dopo aver fatto scoccare la prima scintilla devi far partire il fuoco.
Devi generare il DESIDERIO
Ma questo è un cosa che sai già fare, vero?
E’ l’opera quotidiano del venditore, far aumentare il desiderio del cliente prima di chiudere la partita.
Come? Come si chiude?
Semplice! ‼️
Invita il cliente ad AGIRE
Nessuna opera si conclude da sola senza l’intervento dell’uomo e visto che hai fatto tutto bene fin’ora perchè alla fine ti dimentichi di dire al cliente “Bene, Firma QUI”
Bene, ricapitoliamo:✅
Asseconda la sua PAURA,
comprendi le sue FRUSTRAZIONI
innesca la CURIOSITA’
aumenta il DESIDERIO
e invita all’AZIONE.
Ti suona familiare? Certo! Lo hai vissuto tante volte e non ne eri consapevole.
Adesso che hai letto, puoi dirmi se anche tu la pensi come me.
Il MOMENTO #PerVendere è l’attimo in cui la FRUSTRAZIONE muta in CURIOSITA’
Questo sito web usa i cookies per implementare la tua esperienza di navigazione. Continuando a navigare accetti implicitamente l'uso che facciamo dei cookie. AccettoRejectLeggi di più
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.