l’Intelligenza artificiale sostituirà le relazioni umane

l’Intelligenza artificiale sostituirà le relazioni umane ?

Ne so molto poco di intelligenza artificiale e comincio a pensare che sia arrivato il momento di colmare questo limite, molto diffuso in quelli che, come me, sono nati nel secolo scorso.

Prima di buttarmi di buttarmi a capofitto, mi sono fatto una domanda fondamentale.

Come può essere utile al mio lavoro?

Si, ma ancor prima:

Su cosa è basato il mio lavoro?

Quali sono le skill che mi stanno consentendo di ottenere dei ricavi dal mio lavoro?

Insomma, perchè mi pagano?

L’unica risposta che ho trovata è questa:

“Sono stato capace di avvicinare PERSONE alla consapevolezza che la COMUNICAZIONE sui media è fondamentale nelle RELAZIONI UMANE e da questo ne è derivato un vantaggio per entrambe. Quindi ho costruito relazioni promuovendo servizi di divulgazione.”

Intanto l’intelligenza artificiale ha generato un’ondata di entusiasmo in molti settori e la promessa di strumenti sempre più sofisticati in grado di automatizzare la creazione di contenuti, analizzare i dati in tempo reale e persino “dialogare” con gli utenti ha fatto credere a molti che la AI possa rappresentare una svolta definitiva in questo ambito.

Stiamo con i piedi in terra e stiamo ai fatti: Sebbene l’AI offra grandi opportunità, rischiamo di sopravvalutare le sue potenzialità in settori come la comunicazione, dove le vere relazioni umane rimangono insostituibili.

AI e automazione: uno strumento, non una soluzione

Non c’è dubbio che l’AI possa essere un potente alleato per i professionisti della comunicazione. Strumenti come quelli per l’analisi dei trend, la scrittura assistita o la gestione dei social media possono sicuramente migliorare l’efficienza e aumentare la produttività. La tecnologia è in grado di raccogliere e analizzare un’enorme mole di dati, generare report dettagliati . Questo è un grande passo avanti rispetto ai processi manuali, spesso lunghi e complessi.

Tuttavia, è importante ricordare che queste funzionalità rappresentano solo una parte del lavoro nel mondo delle PR. La creazione di contenuti o l’analisi dei dati, per quanto essenziali, non esauriscono le dinamiche che fanno realmente la differenza in questo campo. Il cuore delle PR non risiede solo nella produzione di comunicati stampa o post sui social media, ma nelle relazioni umane che si costruiscono giorno per giorno.

Le relazioni umane sono il cuore delle PR

Le pubbliche relazioni si basano su fiducia, empatia, comprensione e costruzione di connessioni autentiche. L’AI, pur essendo in grado di generare contenuti di qualità o di ottimizzare una campagna di comunicazione, non può replicare l’intuizione e la sensibilità di un professionista della comunicazione quando si tratta di gestire rapporti complessi con i media, con i partner commerciali o con gli stakeholder.

Costruire una relazione significa comprendere le esigenze e i desideri dell’interlocutore, adattare il messaggio al contesto e coltivare un legame di fiducia nel tempo. Questi sono aspetti che richiedono un’intelligenza emotiva e sociale che nessun algoritmo può sostituire. Una stretta di mano, una conversazione faccia a faccia o un’esperienza condivisa sono fondamentali per cementare una relazione solida. Sono dinamiche che l’AI può al massimo facilitare, ma non ricreare.

L’importanza dell’intuizione e del valore umano

Un altro punto critico è la capacità di intuire e valutare. Le situazioni quotidiane richiedono spesso decisioni rapide, basate su variabili non sempre quantificabili: il contesto politico, i sentimenti del pubblico, la sensibilità culturale, i desideri e le reali necessità sia espresse che velate dei committenti oltre, le presentazioni troppo pragmatiche e i desideri di soddisfazione emotiva del committente.

L’intelligenza artificiale può fornire dati utili e suggerire strategie basate su informazioni. oggettive e misurabili, il contesto e la complessità umana non sono sempre riconducibili a numeri e modelli matematici.

È qui che entra in gioco l’esperienza e l’intuizione del professionista.

Qui ognuno di noi fa la vera differenza. (Dove il primo non riesce, il secondo potrebbe ottenere un enorme successo e viceversa)

Per esempio L’AI può aiutare a monitorare i canali social, prevedere il sentiment del pubblico o suggerire risposte automatizzate. Ma quando si tratta di affrontare una crisi reputazionale in tempo reale, nulla può sostituire la capacità di un esperto di cogliere le sfumature emotive della situazione e di reagire con tatto e flessibilità.

Quindi l’AI mi potrà aiutare , non sostituire.

Stasera vado a dormire sereno, non mi devo preoccupare di trovare domani un’AI che mi sostituisce alla consueta riunione del lunedi mattina.

Alla base della comunicazione e del mio lavoro c’è la capacità di creare, coltivare e mantenere relazioni umane autentiche.

Il futuro però sarà senza dubbio ibrido: un mix di tecnologia e relazioni umane.

Quindi meglio studiare per non restare indietro.

Inutile perdere tempo in sterili polemiche, meglio capire come usarla per innovare e progredire piuttosto che spendere energie e tempo a pensare quando potrebbe accadere. Non accadrà mai, non si può schematizzare e numerare la sensibilità umana e quindi meglio continuare a farla crescere e migliorare, per piacere di pi+ alle persone e costruire relazioni sempre + forti e durature.

Cosa ne pensi? Sei in grado di arrivare ai grandi media con l’AI?

Ti serve una mano perchè le tue relazioni non bastano?

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